ROCCA DEI ROSSI DI SAN SECONDO – Castelli del ducato
Castrum e poi borgo fortificato divenuto sede amministrativa del grande feudo dei Rossi – rappresentanti uno dei principali ceppi feudali nel parmense a partire dal XII secolo – la Rocca di San Secondo fu trasformata in una sfarzosa residenza rinascimentale nel corso del XVI secolo.
Gli interventi artistici di allievi di Raffaello e di Giulio Romano, del Baglione, del Samacchini, del Bertoja, del Procaccini e del Paganino equiparano la sontuosità della Rocca alle corti medicee e gonzaghesche, strettamente legate al casato di San Secondo.
Nonostante l’aspetto marziale dell’esterno nulla lasci presagire della ricchezza delle decorazioni di queste antiche stanze, all’interno l’imponente apparato di affreschi è ancora perfettamente conservato. Superba è la Sala delle Gesta Rossiane; suggestivo ed unico il racconto tratto dal romanzo d’Apuleio L’Asino d’oro ed emozionanti i racconti mitologici e fabulistici che si dipanano lungo le pareti e le volte delle stanze della Rocca.
Nelle vicinanze di San Secondo Parmense, tra i campi della Bassa Parmense, è la pieve romanica di San Genesio che, priva di campanile e costruita in mattoni, custodisce una storia fatta di potere e devozione al santo protettore dei bambini.
A breve distanza dall’abitato, un tempo a ridosso del recinto del “Serraglio”, il parco della Rocca dei Rossi di San Secondo, sorge l’Oratorio del Santo Nome di Maria, poi detto del Serraglio, edificio che incarna la cultura popolare e nel contempo manifesta la volontà di un grande committente, racchiudendo le opere di grandi artisti quali Sebastiano Ricci e Ferdinando Galli Bibiena.