IL CASTELLO DI BIANELLO
Al viaggiatore che si trovi ad attraversare le prime colline dell’Appennino Reggiano spostandosi da Reggio in direzione di Parma, raggiunto il paese di Quattro Castella non sfuggirà la bellezza naturalistica dei quattro colli i cui nomi, da levante a ponente, sono Monte Vetro, Monte Bianello, Monte Lucio e Monte Zane, sui quali un tempo sorgevano altrettanti castelli.
Le quattro fortificazioni, fondate probabilmente nel IX-X secolo, facevano parte del sistema difensivo dei domini dei Canossa, come prima linea di difesa dalle invasioni del nord. Dell’antica e possente schiera di castelli, che un tempo si ergevano sulla sommità dei quattro colli, rimane oggi visibile soltanto quello di Bianello. Gli altri tre fortilizi sono invece ridotti allo stato di ruderi, sormontati dalle possenti torri sbrecciate degli antichi masti.
Oltre all’indubbio valore artistico-monumentale, il castello di Bianello ha un immenso valore storico, legato alla vita di Matilde di Canossa. Fondato forse come torre di avvistamento, fu acquistato da Beatrice di Lorena, la madre di Matilde, nel 1044 e divenne una delle residenze favorite della famiglia. A Bianello Matilde di Canossa ospitò nel 1077 l’imperatore Enrico IV e il suo seguito, nel 1106 Papa Pasquale II e nel 1111 Enrico V che, appena eletto imperatore, incoronò Matilde Vicaria Imperiale in Italia. Per ricordare questo importante episodio medievale ogni anno si tiene a Quattro castella un’interessante manifestazione rievocativa, il Corteo Storico Matildico, che impegna centinaia di comparse in costumi medievali.
Dopo la morte di Matilde, il castello rimase di proprietà dei Canossa fino all’estinzione della casata nel 1742. Gli ambienti di maggior pregio sono quelli realizzati a partire dalla seconda metà del XVII secolo da Gaetano da Canossa, il quale fece dipingere alcune stanze dagli artisti Giovan Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi, attivi anche all’interno del Palazzo Ducale di Sassuolo al servizio di Francesco I d’Este.
Il castello di Bianello è oggi meta di circa 10000 turisti l’anno, attratti dalla sua storia millenaria e dalla bellezza naturalistica dell’area boschiva dei quattro colli. L’antica costruzione è immersa in un vastissimo parco naturale, che si estende sui quattro colli castellesi più metà di Colle Bellone, compresa la zona detta “dei calanchi”, per circa 190 ettari di territorio.
L’OASI LIPU DI BIANELLO
Parcheggiata l’auto nei pressi della chiesa di Sant’Antonino, il castello di Bianello può essere raggiunto con una piacevole camminata risalendo il lungo e suggestivo viale che conduce al borgo oppure scegliendo il sentiero basso, sulla sinistra, che segue il corso del piccolo Rio Bianello e che entra nel folto del bosco che ammanta il colle. Imboccato il secondo percorso, si prosegue verso l’alto ignorando il sentiero che conduce a Monte Vetro e si giunge alle spalle del castello, verso monte, dove in prossimità di un edificio colonico si estende un uliveto secolare, riparato dai freddi venti settentrionali dalla ripida parete rocciosa su cui sorge il castello.
Procedendo verso destra, oltrepassato lo stagno dove si possono osservare esemplari di rana agile, rospo smeraldino, tritone crestato italiano e rana esculenta, si raggiunge il castello, impostato su un balcone naturale dal quale è possibile godere di una meravigliosa vista sul paesaggio circostante. A sinistra dell’edificio colonico, invece, ai piedi di imponenti formazioni calanchive (calanchi di Bergonzano o melange di Canossa) parte il sentiero in direzione di Monte Lucio e Monte Zane. Un articolato sistema di sentieri raccorda i quattro colli in un suggestivo itinerario che coniuga il grande interesse di tipo ambientale-naturalistico della zona con la concomitante presenza di uno straordinario patrimonio storico ed architettonico.
Imboccato il sentiero che conduce a Monte Lucio, attraverso un’area prativa ci si addentra in un’ampia zona fossilifera. Si percorre una ripida salita, allietata nel periodo primaverile dalla fioritura di salvia, aglio selvatico, ranuncolo e rosa canina, per raggiungere la sella delle orchidee, dalla quale si gode di una vista mozzafiato sui calanchi. Dopo uno sguardo alla torre di Monte Lucio e agli scavi archeologici del castello, in un paesaggio geologico di grande interesse tra affioramenti di ghiaie continentali e depositi marini (sabbie di Monte Ricco), si procede in direzione della torre di Monte Zane imbattendosi nei resti di una casa colonica, con tanto di forno a legna e pozzi per prelevare l’acqua di falda, testimonianze di vita contadina che ci ricordano che fino alla fine degli anni ’70 l’area di Monte Zane fu abitata.
Nel silenzio del bosco il tempo sembra essersi fermato e la sensazione è quella di poter sentire, da un momento all’altro, il nitrito di un cavallo e voltandosi vedersi oltrepassare da un cavaliere in armatura medievale. L’intensificarsi del canto degli uccelli e le paratie lignee per il birdwatching a lato del sentiero ci riportano alla realtà e svelano l’ultimo segreto di questo luogo incantato.
Scendendo a valle si raggiunge il Centro Visite Oasi Lipu di Bianello, dal quale partono altri sentieri. L’Oasi di protezione della flora e della fauna di Bianello, istituita nel 1982 dalla Provincia di Reggio Emilia, è stata data in gestione alla Lipu nel 1993. I boschi dell’Oasi Lipu di Bianello ospitano querce, carpini, ornielli e aceri, su un ricco sottobosco arbustivo fatto di cornioli, ligustri e noccioli. La varietà di ambienti crea condizioni di vita ottimali per gli uccelli, qui presenti con oltre 130 specie tra sedentarie, svernanti e migratrici. Tra i rapaci, oltre ai più comuni Poiana e Gheppio, spicca lo Sparviere, simbolo dell’Oasi.
Il castello di Bianello insieme alle rovine degli altri tre fortilizi del comune di Quattro Castella, è ancora oggi esempio di una mirabile integrazione tra forme del costruito medievale ed assetto geologico. Questa integrazione ha prodotto nei secoli un’immagine unica e irripetibile.
Ti aspettiamo per scoprire la storia avvincente del castello di Bianello ed immergerci nella natura alla scoperta dei tesori dell’Appennino Reggiano!