Parma città d’acque

 

001b.jpg
002bR.jpg
003-1RA.jpg
003bR.jpg
003cR.jpg
003dR.jpg
005R.jpg
006R.jpg
007R.jpg
008-1R.jpg
009R.jpg
010R.jpg

 

PARMA CITTÀ D’ACQUE

Parma città d’acque è un insolito itinerario alla scoperta della città e della storia delle sue acque: acque superficiali, da convogliare in canali, acque sotterranee, da far zampillare in abbondanti getti, acque che hanno alimentato per secoli scenografiche fontane, fontanelle di quartiere, mascheroni murali…

 

La storia della città è indissolubilmente legata alle fonti di approvvigionamento idrico, ai condotti di distribuzione, alle fontane, pubbliche o private. Il nostro percorso per le strade del centro di Parma ha inizio sulle tracce di antichissime fontane, dell’acquedotto romano e dei canali di epoca medievale.

 

Legate alla risoluzione di problemi vitali, le fontane hanno nel corso del tempo assunto valenze e significati simbolici intimamente connessi al potere e alla celebrazione del buon governo del signore, garanzia di prosperità per il territorio.

 

Mostrata e dispensata senza risparmio nei creativi giochi delle fontane, l’acqua diviene simbolo della gloria del principe e della sua munificenza. La “Fontana del Castello” nel Giardino del Duca fu ammirata e celebrata come una delle meraviglie della città dai viaggiatori di passaggio per Parma tra la fine del Cinque e gli inizi del Seicento. 

 

L’acquedotto farnesiano, costruito tra 1570-1573 per alimentare la fontana del Duca e nello stesso tempo portare acque sane alla città, fu sostituito da un nuovo acquedotto cittadino solo il 15 luglio 1900. Per secoli alimentò fontane private, mascheroni murali, fontanelle pubbliche di quartiere, le eleganti fontane situate nei chiostri dei monasteri e nei palazzi del potere della città di Parma. 

 

Il 3 maggio 1821 la Duchessa Maria Luigia visitò l’Antica Farmacia San Filippo Neri, che da secoli serviva i poveri della città. Mentre si trovava nel laboratorio domandò se lo stabilimento “aveva per dote l’acqua perenne tanto salutare”. Fu così che “per specialissima grazia” la Farmacia, che non era collegata all’acquedotto cittadino, ricevette “un mezzo giulio d’acqua da estrarsi dal Condotto Maggiore di pieno diritto della Casa Ducale”.

 

Curiosando tra le vetrerie e i barattoli dell’Antica Farmacia San Filippo Neri, troviamo acque curative e dalle proprietà benefiche già in uso nell’Ottocento. Ma l’acqua non è solo portatrice di vita e salutare, è causa di epidemie e protagonista di terribili alluvioni come quella che colpi l’Oltretorrente nel 1868.

 

L’Archivio della Congregazione di Carità rivela altre storie della città, del territorio di Parma e delle sue acque, come quella di 11 inedite mappe di Gian Pietro Sardi, scoperte per caso nel 2016 nei sotterranei di Palazzo San Tiburzio.

 

Vuoi saperne di più?

 

Contattaci